Parabola dei due debitori LUCA 7,36-48. A quella vista il fariseo che l’aveva invitato pensò tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, di’ pure». «Un creditore aveva due debitori: l’uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati».
I punti essenziali in questa parabola.
Risulta che tutti siamo debitori verso Dio, nessuno escluso. Ed è incolmabile, non possiamo fare alcuno sforzo che ci consenta di pagare quel debito lì. San Paolo in Romani, 3,23, dice che tutti siamo peccatori, l’unico che è senza peccato e ha attraversato questo mondo senza peccato da uomo è Gesù, è l’unico che ci fa grazia. Grazie Signore del saldo del debito, il debito ci sarebbe ed è enorme, infinito, inestinguibile, se non che Dio è infinitamente misericordioso. Noi, non solo non possiamo pagare il debito personale ma anche non possiamo meritare di avere la grazia, lo sforzo dell’uomo non serve ad acquistare qualche merito nei confronti della divinità come si pensava nel Vecchio Testamento, il fatto è che Dio ama e – in Cristo – fa grazia indistintamente a tutti, Gesù ha detto che non è venuto per i giusti ma per i peccatori, non per i sani ma per i malati. Dio è misericordiosissimo, noi, lo possiamo accogliere, è l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, ci è venuto a portare la salvezza e la misericordia. Romani 8 dice che non c’è più nessuna condanna per chi è in Cristo Gesù, egli ha pagato il nostro debito, esso è stato annullato, distrutto ai piedi della croce, Colossesi, 2 dice: “Annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli, egli, Gesù lo ha tolto di mezzo, inchiodandolo alla croce”. Non ci pensiamo poi tanto perché la nostra mente è stata contaminata dal pensiero del mondo, e il mondo ragiona con termini per cui uno si deve guadagnare o meritare le cose, e invece non è così, bisogna accogliere Gesù, in questo modo ci fa creature nuove, ci assimila a lui, ci fa famigliari di Dio, veri figli, ci viene donato lo Spirito Santo a semplice richiesta. Abbiamo una situazione meravigliosa da vivere, è la buona novella la dobbiamo vivere, non siamo più tenuti a vivere una vita da schiavi, ma liberi, gioiosi, non esiste più il passato, i condizionamenti ce li buttiamo alle spalle perché Gesù ha distrutto il debito, non c’è più. Questo è molto confortante, allora cosa bisogna fare? Se riceviamo questo Spirito Santo non va bloccato o posta resistenza, dobbiamo lasciarlo passare attraverso di noi verso gli altri. Per ricevere Gesù dobbiamo farlo in due aspetti, se con la fede accogliamo la sua salvezza, solo con la carità vissuta e praticata possiamo accogliere anche la sua misericordia e diventare conformi a lui e rimanendo in lui portare frutto, in Giovanni dice: “Chi rimane in me e io in lui farà molto frutto, se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore”, tra i comandamenti di Gesù, c’è anche quello di perdonare e amare i nemici e allora vogliamo sapere se abbiamo accolto Gesù non sono nella sua salvezza ma anche con la sua carità? Ci facciamo l’esame di coscienza con l’inno alla carità, tutto scusa, tutto sopporta, vedo se sono in Cristo, non se ho osservato questo o quell’altro o questa regoletta, se no rischiamo di voler ricevere la misericordia ma rifiutare di accordarla a nostra volta, è come snaturare Dio che non può rinnegare se stesso, è un’illusione ricercare la perfezione, la fedeltà, la purezza, moltiplicando parole, devozioni e riti e nel tempo stesso chiudere il nostro cuore ai fratelli con cui veniamo a contatto. Se rimango con del rancore verso mio fratello, Gesù dice se ti presenti all’altare lascia lì, non serve che vai a messa due volte al giorno, è meglio che ti riconcili con tuo fratello.
Con la fede accettiamo la salvezza ma con la carità dobbiamo ricevere la misericordia e praticarla. Le opere di misericordia sono sia spirituali che materiali, tutti noi abbiamo offese da perdonare, sopportare pazientemente chi ci importuna, pregare per tutte le necessità, sono tante. Noi, siamo segnati dal peccato originale e siamo in qualche misura farisei, e anche noi rischiamo di rifugiarci in pratiche religiose che ci rassicurano ma che non assolvono il vero impegno che è quello dell’amore.